mercoledì 29 dicembre 2010

I libri più belli che ho letto nel 2010



 Il 2010 è ormai terminato e, come ho già raccontato qualche giorno fa, sono riuscita a raggiungere l'obiettivo che mi ero prefissata a inizio anno iscrivendomi alla sfida Lettori Extralarge del gruppo Readers Challenge di Anobii.
Ma andando oltre il dato quantitativo, vorrei ora soffermarmi sulla qualità di quanto sfogliato in questi dodici mesi. I libri che più mi sono piaciuti, che mi hannno avvinta e convinta, sono stati:
Joe Speedboat di Tommy Wieringa (ed. Iperborea)
Accabadora di Michela Murgia (ed. Einaudi)
Malamore di Concita De Gregorio (ed. Oscar Mondadori)
Smettila di camminarmi addosso di Claudia Priano (ed. Guanda)
Middlesex di Jeffrey Eugenides (ed. Oscar Mondadori)

Aggiungo poi genericamente altri due scrittori dei quali ho letto diversi libri quest'anno:  Marco MalvaldiStefania Bertola.

La briscola in cinqueIl primo è un trentaseienne pisano che ambienta i suoi gialli in un paesino della costa Toscana. Il protagonista è il barrista Massimo che aiutato da una strampalata squadra investigativa composta dal nonno Ampelio e dai suoi amici, tre vecchietti decisamente arzilli e dotati di lingua tagliente, risolve i casi nei quali si trova incidentalmente coinvolto. Ma la  parte più originale e divertente dei libri  non è tanto la dinamica crimine-investigazione-scoperta del colpevole tipica del giallo classico, quanto l'ambientazione umana, gli scambi di battute tra gli attempati "Poirot per caso" che tra una partita di biliardo e un pettegolezzo dipanano la matassa, arrivando a scoprire l'insospettabile autore del misfatto.


Il gioco delle tre carte

Finora sono stati pubblicati tre titoli, tutti editi da Sellerio nella collana La Memoria: La briscola in cinque, Il gioco delle tre carte e Il re dei giochi.
Se volete  fare la conoscenza di Massimo e dei vecchietti del Bar Pineta, vi consiglio di partire dal primo,  anche se sono tranquillamente leggibili in altro ordine.





Biscotti e sospettiStefania Bertola è una torinese, autrice di una decina di romanzi molto femminili e molto divertenti. Il plot è sempre simile: gruppo di amiche/cugine/vicine di casa ben assortito che viene coinvolto in storie magari improbabili o eccessive che però risultano comunque avvincenti. Questo  perchè le protagoniste, nella loro varietà,  rappresentano molto bene la varietà del mondo femminile. State sicure che in almeno una di esse troverete qualcosa di voi stesse e in qualcun altra qualcosa di vostra sorella, di un'amica/collega, di qualche altra donna che conoscete.




Ne parliamo a cenaI titoli letti mi sono piaciuti tutti, ma in particolare consiglio: Ne parliamo a cena, Biscotti e sospetti, A neve ferma (tutti tascabili TEA).

A neve ferma 












Infine una menzione per Quello che le mamme non dicono di Chiara Santamaria, ovvero la Wonder del blog Machedavvero? Il Iibro racconta la maternità evitando le solite banalità preconfezionate e riesce a divertire e abbattere i sensi di colpa delle  mamme che ogni tanto pensano di non essere all'altezza dell'improbo compito che hanno scelto (o che si sono ritrovate a ricoprire)  e di essere altresì le sole a svolgerlo faticosamente (tranquille..non è così!!).

     
Quello che le mamme non dicono
Quello che le mamme non dicono

venerdì 24 dicembre 2010

Maledetti Teletubbies

Ebbene sì, mi sono rassegnata (meglio sarebbe dire: abbassata) a spendere ben 67 euro per un orrido Tinky Winky ballerino da regalare alla Tugnella. Scema io che l'ho portata in un negozio di giocattoli qualche giorno fa, causando così la nascita di questo desiderio per quell'oggetto inutile, si muove a ritmo di musica..lei lo accantonerà poco dopo, e troppo costoso.
E poi io non sopporto quei sacconi pelosi e colorati dei Teletubbies. Mi sembrano ripetitivi con la loro assurdità  e ravvedo persino qualcosa di allucinogeno nel loro programma. Eppure, o forse proprio per questo, ai bimbi piacciono.
La Tugnella anni fa li guardava rapita mentre io mi domandavo a chi fosse venuto in mente di creare una trasmissione in cui 4 pupazzoni si limitavano a ripetere frasette sceme sullo sfondo di un paesaggio finto popolato da coniglietti e illuminato da un sole sorridente e lisergico.
Ora non li chiede più, ma quando siamo entrati nel negozio il suo sguardo è andato subito a loro e li ha preferiti a tutti gli altri giocattoli che a me sembravano decisamente più divertenti. Li ha preferiti alla Barbie, alle innumerevoli versioni di giochi in versione Principesse Disney, alle cucine per bimbe, alle costruzioni, ai puzzles, ai sapientini..a tutto!!
Avesse chiesto a me, le avrei detto: "Ma no è un regalo per bimbi piccoli, costa troppo, lo abbandonerai il giorno dopo..", ma lei l'ha chiesto a Babbo Natale e ha chiesto praticamente solo questo.
Le ho spiegato che la lettera è uno spunto e lui potrebbe portare anche qualcosa di simile, ma non proprio la stessa cosa richiesta..ma ditemi voi cosa potevo prendere di simile al pupazzone gaio??
Vabbè è andata così . L'anno prossimo se mi chiederà il pupazzo di Topolino che si inchina e ride (era la seconda scelta di quest'anno) giuro che le dico che Babbo Natale non esiste e che la mamma non ha intenzione di buttare soldi .
Buon Natale a tutti

mercoledì 22 dicembre 2010

Giveaway (ino - ino) natalizio

Ho ricevuto un pensierino che mi ha lasciata alquanto interdetta:

Un libretto rosso con dentro una trentina di ricette alternate a consigli per le decorazioni e a immagini/poesie/aforismi a tema natalizio.

Ha un formato (un mattoncino) che lo rende scomodissimo come ricettario, visto che, per farlo rimanere aperto alla pagina desiderata, bisogna sfondare la rilegatura oppure  tenere il batticarne sulle pagine a destra e una scatola di pasta da mezzo chilo su quelle a sinistra.

Aggiungeteci che come cuoca sono un' absolute beginner che si sforza di provare ricette nuove ma non troppo complicate. Inoltre ho in genere poco tempo e  due figli piccoli che non hanno gusti da gourmet, quindi non apprezzano ancora, e chissà se mai lo faranno, la lingua con porri e capperi o la mousse di cernia in scrigno di olive nere o ancora o l'aspic di gallina e verdure.

Magari qualche lettore è interessato? Il primo che commenta lo riceve direttamente in regalo a casa. Poste permettendo, magari gli arriva anche già in tempo per questo Cenone!
ciao

venerdì 17 dicembre 2010

Bookcrossing intergenerazionale e interetnico

Proprio oggi ho finito di leggere Malamore , scritto da Concita De Gregorio, giornalista per quasi 20 anni de La Repubblica e dal 2008 direttrice de L'Unità.
Avevo già letto e amato il suo precedente libro Una madre lo sa, tanto da regalarlo a molte mie amiche mamme nella speranza che anche loro uscissero rinforzate e rassicurate dalla lettura. Non che fosse un testo scanzonato sulla maternità, anzi!, ma a me leggere di esperienze di mamme tanto diverse che in un modo o nell'altro ce l'avevano fatta, aveva comunque dato serenità e forza.
Quindi scoprendo che Mondadori aveva riproposto Malamore nella collana tascabile degli Oscar, mi sono affrettata ad acquistarlo e l'ho finito in due sere..e solo perchè sotto il piumone e dopo giornata intensa reggo poco, se l'avessi letto il pomeriggio a mente ancora vigile, mi sarebbero bastate probabilmente meno di 2 ore.
Un libro necessario, una scrittura lucida e piena di comprensione e affetto per il mondo femminile.
Un libro che prende spunto da episodi (purtroppo veri) di violenza sulle donne ma non diventa mai un catalogo di efferatezze che appaghi la morbosità degli appassionati di  cronaca nera.
Un libro che traduce in un linguaggio accessibile anche ai profani alcuni studi (non le classiche ricerche da rotocalco, però!) sui meccanismi psicologici che portano alcuni a diventare carnefici e altre vittime e a trascinare questi ruoli nel tempo, nonostante tutta la sofferenza che ne deriva.
Un libro che non è un manuale per le mamme, ma che cerca di dare un suggerimento, che condivido appieno, su come le mamme possano educare i figli in modo che tra 30 anni non ci sia bisogno di una legge che punisca duramente la violenza di genere.
Sembra utopistico, ma non lo sarebbe se noi mamme ci impegnassimo veramente e costantemente con le parole, i gesti, il nostro esempio a educare i nostri figli per non perpetuare quella diversa visione dei generi che, per fortuna non sempre, lì potrà portare tra 20 anni all'incapacità di accettare e apprezzare il fatto le loro compagne valgono (almeno!) quanto loro.
"Si potrebbe cominciare dal non essere particolarmente fiere di aver partorito un figlio maschio. Non comunicare né con le parole né coi gesti che per la madre si tratta di un privilegio: addirittura non pensarlo. Considerare il fatto che si rifacciano il letto e raccolgano da terra i calzini non un gesto di generosità ma una semplice decenza. Che tirino l'acqua del wc dopo essere stati in bagno un obbligo; mostrare raccapriccio, fin da quando sono bambini per l'abitudine contraria a meno di non vivere in luoghi desertici e non raggiunti da acquedotto. Non lasciarli dormire fino a mezzogiorno o alle due perché hanno fatto tardi, ieri sera, in fondo sono ragazzi. Se hanno fatto tardi, che dormano meno. Non essere fieri con gli amici della quantità delle loro conquiste sentimentali e dell' eventuale turnover ... Non chiedergli cosa vogliono per pranzo, eventualmente chiedergli di preparare il pranzo....
Se va a stare da solo, ma tanto capita di rado, ... non offrirsi di lavare e stirare la sua biancheria portata a sacchi due volte a settimana, meno che mai andarla a raccogliere a domicilio.
... Non andarlo a prendere perché non gli va di venire in autobus. ... Non nascondere al marito le malefatte del figlio, non fare la parte di quella che tutto comprende e tutto risolve, quella che "non lo diciamo a papà", ma nemmeno lasciare che il marito - o il compagno, o il fidanzato, o chiunque sia - sia quello che gioca alla playstation e vede la partita in tv col figlio maschio che così si divertono e sono proprio simpatici quei due
...».
Questa sera sono scesa dal tram che mi portava a casa e sul quale avevo letto le ultime 5 pagine e mi sono infilata in un bar, chè il freddo polare che c'è a Milano mi aveva fatto venir voglia di un cappuccio bollente. Nel locale le due bariste scherzavano con un anziano cliente di rapporti uomo e donna. Ma lo scherzo è durato poco e la più giovane delle due, una ventenne dell'Ecuador, poco dopo ha comicniato a raccontarmi, in un inaspettato slancio di confidenza, con me che ero solo cliente di passaggio, di come suo padre picchiasse selvaggiamente sua madre davanti a lei e ai suoi fratellini. Mi ha detto di come fosse diventata per lei una cosa quasi normale!
Ma continuava a sottolineare come la violenza sulle donne fosse tipica dei paesi poveri come il suo....e io ero fresca di lettura di un'analisi spietata di come la violenza sulle donne sia diffusa in Italia e in tutte le classi sociali. Ho pensato subito al libro che avevo in borsa, le ho chiesto se le piacesse leggere e se non avesse problemi a farlo anche in una lingua non sua. Ha risposto sì alla prima domanda e no alla seconda.Così io ho prontamente estratto il libro e gliel'ho regalato. Mi ha guardato incredula e ringraziata ripetutamente.
Mai come in questo caso ho apprezzato l'idea di far circolare i libri che sta alla base del Bookcrossing . Avevo liberato numerosi libri prima, ma ammetto di averlo spesso  sfruttato come sistema per sbarazzarmi di doppioni o di romanzi che non mi erano particolarmente piaciuti. Questa volta invece servirà per per far girare un libro che sarebbe utile far leggere nelle scuole per provare a realizzare il sogno di Concita (e il mio).

mercoledì 8 dicembre 2010

Scaffale Feltrinelli

Grazie a Simplymamma (del blog Appunti di mamma),
che ringrazio per la dritta e per essere stata la prima lettrice a lasciare un commento sul mio blog raffazzonato, ho scoperto un utile e simpatico widget del sito Feltrinelli.
Si tratta della possibilità di crearsi uno scaffale personale nel quale inserire qualsiasi libro presente nel loro sito. Lo scaffale può essere poi, seguendo le loro facili istruzioni, agilmente trasferito sul proprio blog .
Ne ho approfittato per "virtualizzare" la biblioteca dei tugnelli in modo che anche i loro libri avessero spazio sul mio blog, senza però confonderli con i miei, già "virtualizzati" grazie a Anobii, come raccontato qualche giorno fa.
Adesso il problema è quando trovare il tempo per caricare tutti i loro volumi...
Per i miei avevo approfittato di quelle ore vuote e lunghe di fine gravidanza quando ero così infiacchita da 16 chili in più e da una dolorosa pubalgia che fare lunghe camminate era  mission impossible. In più la prima bimba stava al nido fino alle 16 e io avevo molto tempo libero, anche grazie alla totale assenza per me della "sindrome del nido"e alla presenza invece di una più prosaica pigrizia totale.
Ora, invece, con due bimbi e un lavoro part time per modo di dire (7 ore più una marea di straordinari), le ore lunghe e vuote sono una chimera, quindi mi sa che per completare lo scaffale dei tugnelli ci metterò qualche mese. Vedremo..
ciao!